18.22 è l’orario del treno che mi riporta a casa.
Il cartello elettronico che osservo tutte le sere in attesa della partenza.
Così, andata e ritorno per oltre un anno.
E con me tante altre persone, ci chiamano pendolari, immersi in fiumi di pensieri in questo costante viavai.
Ritrovo ogni giorno li stessi volti, gli stessi occhi: il clochard profumato, l’uomo che fa stretching, la coppia innamorata, il bimbo con la playstation…
Questo progetto nasce dalla voglia di raccontare uno spaccato di quotidianità, che mi ha stupito e talvolta toccato nel profondo.